Citazione...

E così accade che legga mille e mille libri,
sulla stupida arte di essere felici...

sabato 28 giugno 2008

Buon Gioco

E così anche io, freddo uomo cinico e calcolatore, sono finito nel circolo vizioso di sentimenti che tutti chiamano amore. Anche io ora penso fin troppo spesso a quella persona, a quella donna dei miei sogni.

Eppure me lo ero promesso. Niente sentimentalismi verso persone che, se questi sentimentalismi fossero venuti a mancare, avrebbero potuto compromettere anche un solo aspetto del mio esistere. Sono calcolatore, del resto. Eppure stavolta ha preso importanza un'altra delle 4 parole per descrivermi. Non freddo, non cinico, non calcolatore. Questa volta è uscita la parola uomo. E come ogni uomo, ho sbagliato e mi sono... innamorato?.

Eccola lì, la donna che ispira questo mio testo. Ormai è oltre un mese che stiamo giocando a stuzzicarci reciprocamente. Il mio carattere ed il mio fisico la attirano, è stata lei stessa a dirmelo qualche tempo fa. Anche il fatto che io non sia come tutti gli altri le piace. Sempre parole sue.
Con la forma come tutti gli altri credo intenda il fatto che non sono esibizionista, ma so stare al centro dell'attenzione e mantenerla su di me per quanto mi interessi fare. Non sono esplosivo, ma perfettamente in grado di dimostrarmi simpatico a chiunque mi interessa.
E, personalmente, le ho anche risposto che anche a me "piace" il suo fisico ed il suo carattere, per quanto non sia proprio uguale al mio. Lei molto più egocentrica, attenta a farsi notare dal resto del mondo. Farebbe qualsiasi cosa pur di dimostrarsi al centro dell'attenzione, ma non riesce a mantenere su sé stessa un pubblico per più di qualche secondo, solitamente attirandolo con comportamenti, se non altro, infantili. Non proprio simpatica, diciamo più che altro animata.

Ci siamo conosciuti quando ho iniziato a frequentare un corso presso una azienda. Cerco lavoro anche io, devo pur vivere in qualche modo.
Non seguiva il corso come dipendente, ma spesso e volentieri passava di là, e voci di corridoio continuavano a ripetere che i suoi passaggi erano solo per verificare la mia presenza. Il suo compito infondo non lo aveva mai capito nessuno. Era la figlia del mio futuro capo, quindi il mio obbiettivo era semplice. Tenermela buona senza essere coinvolto in alcuno dei suoi pensieri.

Dopo un primo periodo in cui non si faceva altro che salutarsi a vicenda, iniziò ad aspettarmi vicino alla porta d'uscita dallo stabile, ogni giorno con una scusa diversa. E ogni volta, quando iniziava a parlare, non riuscivo a liberarmi da lei se non dopo una mezz'ora abbondante di futili chiacchiere su argomenti di cui anche dopo una sigaretta ti sei già dimenticato.

In questo ultimo periodo invece ci siamo avvicinati parecchio. Passiamo molto tempo insieme, siamo quella che in giro si chiama "coppia", anche se non in maniera ufficiale e non c'è niente di serio. Baci, abbracci, e qualche volta lei resta a dormire a casa mia.

Sto uscendo ora dal corso. Mancano solo tre settimane e finalmente avrò quella scrivania e quel posto che tanto bramo e che, soprattutto, tanto mi servono per... completare i miei fini. Lei è dall'altra parte del parcheggio e parla con alcune sue amiche. Mi vede uscire, e arriva verso di me. Non credo si aspetti alcuna reazione da me nel vederla arrivare. Sa come sono e le sta anche bene.

Mi arriva vicina, ma non mi saluta come al solito con un bacio. Non è per la presenza delle sue amiche, dato che sanno già tutti della nostra storia. Deve essere successo qualcosa, ma non è nella mia indole preoccuparmene prima del tempo. Se è davvero così, me lo starà per dire.

"Dobbiamo parlare". Inizia lei. Il tono è serio ma tranquillo. Ha un sorrisetto quasi acido e violento. Non le avevo mai visto questa espressione.
"Ok, dimmi." Tranquillo e rilassato.
"Ci sono problemi se ci sono anche loro?". Con un piccolo gesto delle braccia coinvolge nella conversazione anche le sue amiche. E' una domanda retorica, sa perfettamente che non ho problemi di alcun genere, mai.
"No, state pure. Allora, cosa devi dirmi?" Un conto è essere tranquilli, un altro è il fatto che sono le 17.39 e tra 21 minuti inizia il mio programma televisivo preferito. Tranquillo, ma di fretta.
"Ti lascio". Il tono è secco, deciso e con una forte dose di sadismo.
"Ok, altro?". Anche il mio tono è secco. Niente può ferirmi, lei lo avrebbe dovuto capire.
Probabilmente non è comunque la reazione che si aspettava, magari si sarà anche preparata un discorso da fare mentre piangevo, per dimostrarsi forte con le amiche, ma non avrà modo di farlo con me.
"N...No. Volevo solo dirti che non ti ho mai amato. Sono stata con te solo per una scommessa. Dovevo farti innamorare di me e lasciarti." Il ghigno sulla faccia mostra quanto quella frase fosse stata preparata in precedenza. L'atteggiamento da superiore non le dona molto. E' mio compito quindi fare in modo che lo perda.
"Complimenti."
"Complimenti? Non sai dirmi altro? Vuoi piangere? Piangi se vuoi!"
Finisco di caricare nel bagagliaio della mia Punto Cabrio la mia 24 ore, dopodiché mi giro verso il gruppo, pronto a far partire lo show.
"Si. Complimenti. Hai avuto un buon gioco. Eri la figlia del mio capo, ci hai provato spudoratamente con me e io ci sono dovuto stare per non perdere il posto." Inizio a demolirla. Mattoncino per mattoncino, voglio ridurre il suo ego alle dimensioni di un chewing gum.
"...N...Non ci ho provato io con te!". La faccia è spaventata. Non è probabilmente la conversazione che si era preparata, e sa perfettamente quanto le sue abilità oratorie siano inferiori alle mie. Modestia a parte.
"Eri tu ad attendermi ogni volta che uscivo. Sei stata tu a baciarmi la prima volta. Sei addirittura stata tu a dirmi se potevi restare a dormire da me. Comunque non ti preoccupare. Mi sono divertito con te fino a che è durata. Sei stata solo questo per me, un parco divertimenti. Non c'è mai stato amore e sei stata pure stupida a non capirlo." Secco e diretto. Niente spazio per interruzioni. Tanto non sarebbe in grado di formulare delle risposte.
"M..Ma... Ne parlerò con mio padre. Scordati il posto."
Tzé, un'altra bambina immatura sul mio percorso. Questa volta, ha 28 anni. Forse questa è un'aggravante.
"Non c'è problema. Le mie cose sono già in questa valigetta. Se non hai altro da aggiungere, ti chiedo scusa ma devo andare da una persona che mi aspetta per una cena.". Era stata lei a chiedermi qualche giorno prima di uscire stasera ma le avevo risposto che ero impegnato e non potevo. Non aveva fatto domande, non avrebbe ricevuto comunque risposta.
"U... Una donna?" Quelle che scendono dai suoi occhi sono già lacrime.
"Chiaro. Ciao cara, e buona serata a tutte voi.". Le sue amiche mi stanno guardando con gli occhi spalancati. Sono tutte stupite di come io sia riuscito a girare la conversazione con cui lei avrebbe dovuto farmi piangere in una lieve discussione da cui sono uscito io vincitore e lei in lacrime.

Salgo in macchina. La accendo e faccio partire lo stereo. Metto la retromarcia e le amiche e lei si spostano, visto che erano ormai dietro la mia macchina. Nel passare accanto al gruppo, ne indico una e la faccio venire vicino a me.
"Tu sei carina, parecchio. Se ti va di vederci ogni tanto fatti dare il numero da lei."
Colpo di grazia.
Metto la prima, e parto.
Lei è in lacrime, la sua amica che ho appena chiamato mi guarda incredula, e forse esitando anche per trovare un modo per chiedere all'amica il numero. Il resto del gruppo cerca di consolarla.

Io sono in macchina, cappotta abbassata, musica a tutto volume, e rido.


venerdì 27 giugno 2008

Descrizione

Si, cosa sei.
Un esempio di personaggio che seguiti non ha. Inimitabile perché imprevedibile.
Ma in poche parole non rende.
Sommariamente una persona simpatica, intelligente e brillante. Dotato di ottime capacità espressive, di una distinta rapidità di pensiero e di una inconsueta e vasta conoscenza generale. In grado di dimostrarsi per quello che sei o mascherarti, di adattarti a qualsiasi situazione e renderti simpatico o antipatico a chiunque a seconda delle situazioni. Modesto ma sicuro delle tue possibilità. Testa sulle spalle e lingua tagliente, senza alcuna forma di controllo né remora.
Ciò farebbe pensare ad un'ottima persona.
Il contrasto sta nel fatto che hai un elevato standard che ogni persona è costretta ad affrontare per rientrare nella tua schiera di meritevoli e un alto grado di cinismo per le persone che non arrivato a questo livello. Tale requisito non lo detti per arroganza o presunzione, ma piuttosto per una ricerca di persone che siano in grado di dimostrarsi valide e in grado di assicurare un certo livello alle discussioni e alle eventuali litigate.
Calcolatore e selettivo.
Decisamente sei in grado di variare il tuo stato emotivo a tuo piacimento, accantonando qualsiasi tipo di problema o gioia se la situazione lo richiede. Hai un ottimo controllo su tutte le tue emozioni e sui tuoi desideri, sai quando palesarli. Ottima padronanza inoltre dei sentimenti nei confronti degli altri e buona gestione delle emozioni e dei sentimenti altrui, nei tuoi confronti e in direzione di terzi. Sai ridere con gli occhi, scherzare, amare sul serio. Piangere con il cuore, chiedere scusa e odiare senza remore.
Manipolatore e onesto.
Forte memoria per accadimenti passati, anche se spesso la nascondi per risentire i fatti accaduti che già conosci, e vedere altri punti di vista. Perfettamente in grado di ricollegare passato con presente e futuro, trovando nessi logici in eventi apparentemente scollegati tra loro. Apprezzabile capacità di calcolo delle possibilità di reazioni future, in grado di prevedere fino a 3 reazioni possibili diramate e quindi una trentina di casistiche diverse. Numero che si eleva in maniera esponenziale quando si tratta di persone che conosci davvero.
Vendicativo e prevenuto.
Egregia abilità di perdonare, e di negare tale pregio. Sei in grado di abbandonare una persona a te cara più di ogni altra cosa per un misero fraintendimento come di perdonare l'ultima conoscenza che ti commette la più grave colpa, a tua scelta e discrezione. Amabile, sai anche farti perdonare e cogliere ogni sfumatura e ogni deviazione nel carattere di una persona che sia a te favorevole.
Perdonatore e perdonabile.

Dovrei continuare questo post. Suggerimenti?

mercoledì 25 giugno 2008

Genoma - L'assassino

Un assassino è un assassino sin dal suo primo respiro
riposa quando c'è il sole entra in azione con il buio
taglia gole per non ascoltare i demoni dentro al suo cuore
mercenario non soltanto per mangiare
crede in dio denaro perche sa che è necessario
è la differenza tra un omicida e un sicario

non ha paura dei pareri altrui ma li considera
studia la sua vittima impara qualunque tecnica
è plastico
in ogni ambiente in cui si trova sa adattarsi rapido
si fa amare dal tuo branco poi ti uccide con un colpo unico
e lascia il tuo mondo sconvolto
qualunque cosa accade il suo nome non è coinvolto

L'assassino non è mai per come appare
è un bugiardo ma non si tradisce se non lo vuole
non è buono ne dolce ma è bravo a fingersi tale
in ogni contesto ogni oggetto diventa un'arma letale
sa convincere tua moglie a correggerti il vino con l'arsenico
la fa sorridere al primo attacco di vomito

vive i sentimenti e li gira a proprio vantaggio
più presto ti affezioni, più presto ti distrugge
non fugge ne scappa rimane fino alla fine
maneggia uomini donne bambini come pedine
mosse da lui senza che se ne rendano conto
infondo
siamo tutti assassini di tanto in tanto


RIT.
Nascosto tra le vittime
Colpisce dritto all'Anima
Se il ricordo resta vivo
Nessun luogo è lontano
E' nascosto tra le vittime
Colpisce dritto all'anima
Se il ricordo resta vivo
Nessun luogo è lontano dall'assassino


Ha sempre un piano non va mai a caso ma all'occorrenza improvvisa
ogni tua frase sa girartela in offesa
è orgoglioso ma sa chiedere scusa senza fatica
ottiene qualunque cosa per prima la tua fiducia
ogni assassino è sempre duplice, masochista e sadico

quando è troppo facile si inventa lui l'ostacolo
si mette nella merda solo per uscirne fuori
niente sale sulla carne la fatica fa i sapori


L'assassino uccide soprattutto a distanza
quando scompare lo detesti ma senti la sua mancanza
per i modi di fare la sua forza mentale
alla fine sai che non ne troverai mai uno uguale
ne meglio
è cosi dannatamente sveglio

calcola ogni mossa nel più piccolo dettaglio
con quello ti fotte perche lui è un ipersensibile
trae vantaggio da ciò che per noi è un punto debole

non ha remore
e i rimorsi gli fan comodo
lo tengono sveglio quando tutti i nemici dormono
un incubo vivente calca suoli diversi e vicini
sa infiltrarsi ovunque soprattutto in posti ostili

Non viaggia, vive e sa ridere con gli occhi
non ha bisogno di nasconderli dietro alle lenti
se ti credono innocente ma stai già nei suoi pensieri
in ogni notte di nebbia un assassino era fuori


RIT.


sa che è sbagliato ciò che fa ma ogni alternativa è esclusa
come una macchina in discesa senza freni e la portiera chiusa
ogni assassino è stato quasi ucciso anni prima
per questo si allena e aggiunge tacche sulla lama

sa che l'odio è debolezza, l'indifferenza forza
dalla lucidità lui trae da sempre sicurezza
calcola i rischi di ogni scommessa e quando azzarda
va tranquillo che sa già il risultato prima che esca
è la tua storia più importante, l'amante che non scordi
quello a cui confidi i tuoi segreti a notte tardi
colui che sa distinguere i tuoi ruoli e oltrepassarli
sa più lui di te che non tutti i tuoi simili
credimi
quante regine lo vogliono vedere in lacrime.

Sognano un'ultima notte e poi impiccato sul patibolo
le spaventa però non sanno farne a meno
per un assassino nessun luogo è lontano
lui
sa ridere scherzare, sa amare sul serio
ciò che più ti fa paura è che è un umano
noi che regaliamo il corpo pur di non sentirci soli
e non proviamo niente siamo sempre indifferenti come automi

quando la luna è piena e un volto ti ritorna in mente
quando ascolti il suono dei passi durante la notte
quando hai un ricordo che da anni brucia e resta vivo
allora capirai chi è un assassino


RIT.


Prega di non incontrarmi mai


Questa è la mia Bibbia. Questa è la canzone che mi ha segnato.
Questo è cosa sono diventato.
Questo è forsa cosa sono sempre stato.


Dorian, solo Dio conosce lo specchio dell'anima?

venerdì 13 giugno 2008

Vendicativo. Non senza cuore.


Avere del tempo libero nel pomeriggio è fantastico. L'esame di maturità imminente me lo sta prosciugando peggio di un lavoro, ma ogni tanto riesco ancora a tenermi da parte qualche attimo, e accumulando questi minuti riesco anche a trovare il tempo per uscire di casa, andare a fare un giro, e magari fermarmi qualche momento al parco.
Mi siedo su una panchina. Centrale, per evitare di lasciare troppo spazio ad altra gente, che lo consideri un invito a sedersi.
Non ho voglia di contattare gente per vederci, so che non avrei molta disponibilità per stare con loro. E la mia stanchezza mentale non mi faciliterebbe neanche tanto nel parlare con la gente, ora come ora.
Rifletto un secondo su questo, e sul fatto che, magari, chiamare qualcuno e parlare di argomenti stupidi, frivoli ed insensati mi porterebbe via questo stress psicologico, donandomi un pò di lucidità. Esito nell'estrarre il cellulare dalla tasca.
Non è per pigrizia né per mancanza di voglia, ma qualcosa mi impedisce di compiere questo banale gesto.
Aspetto ancora un pò, tanto il tempo che posso dedicare alla mia pausa meditativa è poco.
Mentre ancora rifletto su questa mia apatia momentanea, qualcosa mi sfiora una spalla e resta lì. Non è una foglia, è una mano. Leggera e delicata.
Non mi giro neanche. Se è qualcuno che cerca me deve fare almeno lo sforzo di superare la panchina e rendersi visibili ai miei occhi.
"Ciao..."
Riconosco la voce, è una persona con cui non ho un gran rapporto e con cui non parlo molto. Il tono è decisamente triste, lascivo e amareggiato.
"Ciao"
L'utopia del riposo mentale è andata, svanita. Quel tono non promette niente di buono, soprattutto a causa della mia fama di "consolatore".
"Posso mettermi qua? Voglio parlare con qualcuno"
Se guardi bene tra duecento metri c'è una panchina con delle vecchiette che non aspettano altro che una giovane triste, per dimostrare quanto questa generazione maschile faccia schifo.
E' la mia vocetta sadica e bastarda a dire ciò. Fortuna che esiste solo nella mia mente.
"Certo, dimmi... E' successo qualcosa, a giudicare dal tu..." Non avevo ancora alzato lo sguardo, ma nel farlo mi accorgo che ha le lacrime agli occhi.
"Ieri sera è morto mio nonno..."
Me lo dice, e nel finire di pronunciare l'ultima parola si getta vicino a me, sulla panchina, e con lo sguardo pieno di lacrime, quasi supplichevole, mi richiede un abbraccio, che arriva subito, spontaneo.
Dovevi riposarti e ora devi consolarla... Ma tu mica la odi?
Odiare è una parola grossa, ma ci manca veramente poco.
"...un infarto... Molto legata a lui..." Le poche parole che si capiscono in mezzo ai vari singhiozzi sono sufficienti a capire lo stato d'animo della ragazza quindicenne dai capelli scuri e dagli occhi umidi.
"Quanti anni aveva?"
Se ti commuovi giuro che ti prenderò in giro fino alla morte.
Sadica, la vocetta. Ma ci convivo da quando avevo 6 o 7 anni, ci ho fatto l'abitudine.
"...ttanta.... Ottanta."
Ah era ancora nel fiore degli anni..
Bastarda, smettila.
"Sicura che preferisci parlare di questo piuttosto che di altro? Magari non ci pensi!"
"...non... so..."
Se non la smette di frignare chiamo un esorcista ed un traduttore.
Ma tu non vai mai a fare la spesa? Vai, e non tornare prima di sera. Ma fatti un'amante, cribbio.
No caro, sono solo per te.
"...però voglio parlare con te..."
Che culo!
ZITTA!
"Meglio se parliamo d'altro dai..."
"...mi sa proprio di si..."
I singhiozzi si fanno via via più radi, le parole sempre più comprensibili e gli occhi sempre meno sgorganti.
"...mi racconti qualcosa?"
Si, ti odio.
Sai che se mi suicidassi moriresti con me? Taci o lo faccio.
"Vediamo... Ieri ho avuto una gran brutta giornata... Oggi invece, all'ora del pranzo, quando mi ero preso una pausa dallo studio..."
"Perché studio? Mica hai finito?""Si ma ho l'esame... Comunque... oggi ho litigato con una ragazza che vorrebbe passare per la mia fidanzata, e non capisce che la considero alla stregua di un sasso animato..."
"..Ma tu non eri fidanzato?"
Si, ma sono una troia violenta e me ne scopo quante ne capitano.
Questa in effetti ci stava. Ma non posso dirgliela. Evita di farmi ridere, stronzetta.
"E' finita da due o tre mesi. Ho passato un momento veramente brutto."
"Eh immagino."
Cosa vuoi immaginare, bimbetta viziata?
Non farmici litigare...
"Comunque ne sono uscito, e ora sono più io che mai. Ora sono felice e a posto."
"Sono felice per te. Beato te che riesci a ragionare così."
Beato me che riesco a ragionare, coglioncella.
Ma la smetti?
...
Hai ragione, ma smettila, ok?
"Comunque ti ricordi l'ultima volta che abbiamo parlato?"
Oddio, me ne ero quasi dimenticato. La avevo umiliata dimostrandole che era una bambinetta viziata. Per cosa mi aveva fatto girare le scatole quella volta? Ora mi sfugge.
Perché cambiava ragazzo a cui dire ti amo ogni settimana e la trovavi ridicola. O forse ero io.
Ride, la vocetta. E' sadica, la vocetta.
"Si.. Qualcosa me la ricordo."
"Dicevi che ero una bambina..." Eeheheh "e che non sapevo cosa significasse la parola ti amo." non sai neanche che sono due parole..
Davvero, mi rendi difficile la vita a volte, sai?
"Vedi che comunque ti sbagliavi..."
Poool!
In che lingua devo supplicarti di stare zitta? Almeno due minuti. Te ne prego.
"Sei sicura di volerne parlare?"
"Guarda che io non ho mai avuto tante storie in poco tempo, e non dico ti amo a tutti..."
POOOL! Quanti ne avevamo contati? Dodici in tre settimane?
Qualcosa del genere...
"Vuoi un applauso o cambiamo argomento?"
"Non cambi mai, eh?"
Eh già, mi diverto così! Ora prendo il controllo io della conversazione...
No dai, non fare la scema!
"E comunque non mi conosci bene.. " piangerò per questo "Perché il mio ragazzo ha 18 anni" auguri e figli maschi "e mi reputa Matura!" ti vuole scopare, è chiaro che ti reputa matura!
"Si si, ah ah."
Questa sei stata tu! Maledetta!
Eh eh eh eh. Ora gioco io.
"Perché, scusa?"
"Quante cazzate che si dicono per portarsi a letto una ragazza di 15 anni!"
"Infatti non ci casco mica! Perché dovrei?"
"Perché sei una bimba!"
"Non sono una bimba! Guarda che ho 15 anni!"
"Oooohh! 15 anni! Allora sei Grande! G Maiuscola!"
"Tu hai solo 3 anni in più di me..." sbaglio o quello che sento è un tono -frignevole-? Sto già vincendo?
Sei bastardissima, ma ti lascio fare. Sia mai che ce la leviamo di dosso finalmente.
"Io infatti non mi reputo 'grande'. Ho la mia età, vivo la mia età. Mi reputo un 18enne."
Questo lo hai detto tu, ma mi è piaciuta.
Grazie.
"Madò giuro che non ti sopporto! Anzi. Sai che ti dico?" sai che non mi interessa? "Ha fatto bene la tua ragazza a lasciarti. Hai un carattere di merda. Te lo dico con tutto il cuore."


Baratro.


Hai segnato la tua ora. Non dovevi farlo, questo.


"Vedi, tesoro, che non hai capito niente."
Il mio tono è tranquillo, pacato. Ho la calma della ragione, come al solito.
"Tesoro?"
Il suo tono è stupido, spaventato. Ha paura di aver fatto una cazzata, come al solito.
"Io lo faccio apposta, a farti arrabbiare. Essere arrabbiata con me è più facile che essere disperata perché è morto tuo nonno. E tu come al solito non capisci niente."
La luce d'ira nei suoi occhi si spegne. Ora c'è una vena di curiosità. Il suo cervellino sta cercando di capire cosa abbiamo fatto.
"Io ti voglio bene, ma ti porto ad odiarmi, perché è più facile che pensare al tuo nonno, che è morto. E tu? Ti diverti alle spalle delle mie esperienze negative che ti racconto."
Il suo sguardo è ora incredulo. Ha capito cosa ho abbiamo fatto. Ha capito di aver fatto una cazzata grossa, e ha capito quanto le volessi bene. Ha capito che stavo sacrificando quella nostra amicizia, che sarebbe stata recuperabile, in cambio del fatto che stesse meno male per una cosa irrecuperabile. Ora piange, ancora.
"...scusaa..." Cerca di riprotendersi verso di me, per abbracciarmi. Mi scanso. Ora è il mio turno di vendetta.
Questo non dovrei essere io a dirlo? Lascia divertire anche me.
"... pensavo..." singhiozzi amari "..facessi apposta..."
"Lo facevo apposta infatti, per farti arrabbiare. Ma vedi. A 15 anni, immatura come sei, non puoi capire che IO lo facevo apposta a farti arrabbiare. A 18 anni magari lo avresti capito. O anche a 15 anni, se fossi matura per avere 15 anni. "
"...scusami... ti prego.. non volevo ferirti..."
Stiamo o non stiamo vincendo? Ti darei il cinque, se non fossi solo una voce e quindi senza mani.
"No, lascia stare. Mi sa che stavolta hai fatto la cazzata, perché di persone come me non se ne trovano. Che si fanno anche odiare per farti stare meglio."
Le lacrime aumentano. Si sommano alle precedenti, ma per lei non è ancora finita.
"Ora torna a piangere per tuo nonno, che ti ricordo essere morto. E ripensa che forse era meglio essere arrabbiata con me per una cazzata, piuttosto che piangere perché sei tarda a capire e perché é morto tuo nonno, a cui eri tanto legata e a cui volevi tanto bene..."
"Non hai cuore..."
Può essere, qualcuno ha mai detto il contrario?
"No, sono vendicativo. E' diverso."
"Bravo..." i singhiozzi stanno sparendo ancora una volta. E' tornata arrabbiata. Non lo capisce ancora, anche se glielo ho detto, ma lo ho fatto di nuovo. Ora mi odia, ma non ripensa al nonno e non soffre per questo.
"Grazie, davvero." Sono sempre lusingato dai complimenti!
"Beh... Non voglio più parlarti!"
"Prometti?"
Questo, in gergo, si chiama colpo di grazia, vero?
Esatto.


La conversazione è finita. L'ultima parola la ha lasciata completamente spiazzata. Non sa cosa rispondere e non è in grado di ragionare ad una risposta. Sa che qualsiasi cosa abbia detto oggi le è stata girata contro. Sa di aver perso una persona che le voleva davvero tanto bene. Sa che non avrà altre occasioni.
Mi alzo, getto ancora un ultimo sguardo divertito alla sua faccia, resa lucida dalle lacrime. Poi mi giro, e seguendo la strada ciottolata mi dirigo ancora una volta verso casa.
A casa, dove studiando potrò finalmente avere un pò di riposo mentale.

martedì 10 giugno 2008

Il mio miglior compleanno

La scuola è finita da qualche giorno. Volendo, potrei restare a dormire anche tutta la giornata, e nessuno mi disturberebbe o verrebbe a svegliare.
Ma oggi no, oggi voglio svegliarmi presto. Oggi è un giorno particolare. In questo giorno posso pretendere di essere io al centro dell'attenzione, io al centro del mondo. Oggi è il MIO giorno.
Oggi è il mio compleanno, il diciannovesimo. Non ne ho mai festeggiato uno decente, o almeno così ho sempre detto in giro e forse ne sono anche convinta.
Dal cancello di casa sento i rumori di una macchina che se ne va. Probabilmente è mio bro (fratello) che va al lavoro, quindi devono essere le nove circa.
Apro gli occhi, è ora di cominciare questa giornata.
E trovo lui davanti a me.
E' li che mi guarda e sorride. Sta aspettando che io mi svegli come si attende la prima volta che un neonato apre gli occhi. Sorride, ed è un sorriso vero, da persona innamorata dopo tutto questo tempo.
Bello, svegliarmi e trovarlo lì ad attendere me. E so che a qualsiasi ora io mi fossi svegliata lo avrei trovato lì, anche a costo di aspettarmi tutta la giornata e di perdere il lavoro per farlo.
"Buongiorno amore mio. Ti amo."
Lo so che mi ama. Me lo dice e me lo fa capire davvero in tutti i modi possibili, e a volte anche impossibili. Ma sentirmelo dire, mentre mi guarda negli occhi, sussurrandolo, dopo che ha aspettato il mio risveglio per chissà quante ore, mi lascia senza parole. Solo un semplice...
"Ciaao..."
"Sai che sei bellissima? Auguri."
Il primo complimento della giornata, il primo auguri.
Adoro i complimenti e adoro riceverne, anche se a dirla tutta non ne ricevo mai tanti.
Ringrazio per questo risveglio con un bacio.


Faccio per alzarmi, ma con un cenno mi dice di aspettare. Resto ancora nel mio letto, ancora caldo, in pigiama, e lo guardo mentre si alza e va verso l'altra parte della camera.
Ha alla mano destra un guanto nero, ma all'altra niente. E' buffo da vedere così, ma non posso ridergli dietro ora.
Dalla scrivania prendere un vassoio ed un tavolino pieghevole. Sopra il vassoio c'è una tazza con una macchia rossa, ma sono senza occhiali e non riesco a distinguere che forma sia. Ci sono anche due piattini con il bordo rosso, ed il vassoio, anch'esso con lo stesso colore sui bordi. C'è poi qualcosa di chiaro e qualcosa di alto e verde, ma non riesco a capire che cosa siano. Vedo solo le forme.
E' decisamente arrivato il momento di mettere gli occhiali.
Nel frattempo, arriva vicino al mio letto a castello, in cui dormo sotto. Sistema il tavolino sul mio letto, e ci appoggia sopra il vassoio.
Questo è in ceramica bianca, e riporta il disegno di due cuori uniti da una freccia, su cui riposano due figure angeliche abbracciate. Accanto, la data in cui iniziò tutto, risalente a ormai nove mesi fa, verso la fine di settembre. Quanto tempo che è passato e quante cose successe.
I dettagli delle immagini sono poco chiari, sono palesemente fatti a mano, anche se da una mano sicura e al tempo stesso dolce. Anche la data è scritta con un carattere elegante.
Nei contorni del vassoio sono scritti i nostri nomi, sempre legati da una delicata cornice molto simile all'edera.
La tazza richiama lo stile del vassoio, evidentemente è in corredo assieme ad esso e ai due piattini. I bordi sono tutte dello stesso colore dei cuori, e il tratto è uniforme. Su tutti, la stessa data.
Infine, l'oggetto blu che non riuscivo ad identificare prima è un vaso, di forma quadrata. E' semplice, ma carino. Lo stesso vaso in cui al tempo aveva messo la rosa rossa che mi aveva donato per San Valentino. Ora contiene sempre una rosa, ma questa volta nera. Una rosa nera, il mio fiore preferito. Se mai glielo ho detto, è stato solo una volta di sfuggita, ma non potrei mai giurare di averglielo detto davvero. Ma lui lo sa, perché mi ama.
Nella tazza c'è del cappuccino con ancora su la schiuma, evidentemente fatto da poco. In uno dei piattini ci sono dei biscotti, i miei biscotti preferiti. Ce ne sarà su una decina, credo. Nell'altro piattino, un pezzo di crostata, probabilmente fatta a mano.
L'ultimo oggetto che potevo vedere, è una piccola scatoletta con un fiocco giallo. C'è anche un biglietto accanto, anch'esso con un fiocco giallo sopra.
La mia curiosità per la scatola è troppo forte, ma mi sembra quasi scortese non aprire prima il biglietto. Tuttavia lui capisce la mia lieve esitazione e mi passa la scatola.
"Prendi prima questa, dai." dice, sorridendo quasi divertito. Mi conosce, sa quanto sono curiosa.
Apro la scatola, e trovo dentro tre cose.
Una piccola chiave, che assomiglia a quelle che aprono i diari segreti, un gettone tipo quelli vecchi delle cabine telefoniche, e un Bacio Perugina. I primi due oggetti non so cosa siano, ma il terzo lo conosco bene.
Lo scarto, lo divido a metà e ne do un pezzo a lui, che mi ringrazia con un
"Ti adoro."
Poi, con uno sguardo un pò perplesso, indico gli altri due oggetti.
"Serviranno oggi, tienili da parte."
Ok. Non mi preoccupo, se ci ha pensato lui sono sicura. Pensa sempre a tutto lui, specialmente quando si tratta di me o di qualcosa che mi riguardi. E' premuroso, non pedante.
Finisco la colazione, e trovo il cappuccino ancora caldo. Vorrei chiedergli come sia possibile, ma non voglio rovinare questo momento perfetto.
Ringrazio per questa colazione con un bacio.


"Amore, se vuoi farti una doccia fai pure. Se vuoi fare qualcosa questa mattina dimmelo, altrimenti ho organizzato il pranzo. Cucinato io, ma spero sia commestibile." ha quasi paura di sbagliare nel dirmi questo, ma ha uno sguardo sincero.
"Mi faccio una doccia, poi devo studiare.." sorrido nel dirglielo, non voglio che pensi che sia una qualche scusa per non stare con lui.
"Ok, mangiamo per l'una, se per te va bene... Ho chiesto ai tuoi, mi hanno detto che resteranno fuori per pranzo, quindi mangiamo qua. Va bene?"
"Si, fantastico".
Mi dirigo verso il bagno, e nel passargli a fianco mi da un bacio e mi abbraccia. Mi sussurra, ancora, nell' orecchio.
"Sei stupenda."
Entro in bagno, e trovo vicino alla vasca da bagno una confezione, nuova, di bagnoschiuma al cioccolato bianco.
Ringrazio per questo bacio, con un bacio.


Sento che ha chiuso la porta, deve essere uscito.
La giornata è iniziata bene, sono quasi felice. Mentre mi sciacquo ripenso alla mattinata, e al bigliettino che non ho ancora aperto, accantonato nel portare a lui il mezzo bacio e nel fare poi colazione. Dovrò ricordarmi di aprirlo, se non altro.
Finita la doccia, torno in camera mia. Ho davvero da studiare, tra pochi giorni avrò la prima prova d'esame di maturità, esattamente come lui.
Sulla scrivania, trovo un cestino pieno di dolci e caramelle. Sembrerà stupida, ma è stato uno dei miei desideri per il compleanno da tanti anni e non ci aveva mai pensato nessuno. Lui si, perché sapeva che ci tenevo.
Verso mezzogiorno, sento di nuovo i rumori di una macchina che varca il cancello, e poco dopo suonano alla porta.
Corro ad aprire, per un giorno, con il sorriso sulle labbra, sperando sia lui. E infatti è così.
E' vestito elegante, e ha in mano un grosso peluche, a forma di cuore, con due braccia ai lati. Richiama quello che, a suo tempo, gli avevo regalato io.
"Amore mio, per te." e mi porge il regalo. Mi scosto appena un pò per farlo entrare, e nel passarmi accanto mi sfiora le labbra con un altro bacio e mi accarezza appena.
"Scusa, ma adesso devo lavorare un attimo. Ti chiamo quando sarà pronto.."
"Ok... A fra poco.."
Supera la porta della cucina, sparendo dietro alla tenda che la separa dalla sala, dove invece mi metto io, sdraiata sul divano a guardare un pò di televisione. Cerco sui primi canali di sky della fox, se c'è "So you think you can dance?", o "Missione tata", o qualche puntata delle mie serie preferite.
Intanto dalla cucina ogni tanto arrivano rumori di piatti che si toccano, e di gas acceso. Anche un mezzo urlo subito soffocato, probabilmente causato da una lieve bruciatura. Ma tanto non me lo direbbe mai, rischiando di rovinare questa giornata.
Finisce la puntata, e quando mi giro trovo il tavolo già apparecchiato, con una tovaglia bianca, due piatti disposti uno di fronte all'altro. E lui che sta portando fuori due piatti.
Ringrazio per questa mattinata con un bacio.


Dopodiché, mangiamo. Non è mai stato un gran cuoco, nonostante abbia un ristorante da un mese circa. Ma con questo pasto ha davvero superato sé stesso. Evidentemente più che gli ingredienti sento il sapore dell'amore con cui ha preparato tutto.
Ringrazio per questo pranzo con un bacio.


Dopo pranzo, ritira i piatti e li lascia nel lavandino. Ora non c'è tempo per lavarli. Ora deve stare con me. E ci mettiamo ancora sul divano. Lui è seduto, io sono sdraiata con la schiena appoggiata su di lui e le gambe stese sul divano. Lui mi abbraccia, tenendomi stretto a sé.
"Non vai al lavoro oggi?" non mi giro nel guardarlo, temo quasi la risposta, che possa rovinare questo momento.
"No, oggi sto con te, oggi resto con te. Lo sai che per me sei tutto?"
Non gli rispondo, ma giro solo la testa e
Ringrazio per questo momento con un bacio.


Nel pomeriggio siamo usciti insieme. Abbiamo fatto un giro per la città. Solbiate è piccola, ma offre qualche punto di interesse. C'è la mia gelateria preferita, dove prendo sempre frappé.
Siamo andati lì, oggi, e ho capito l'utilità di uno degli oggetti che aveva messo nella mia scatola stamattina. Mi ha convinto ad inserirla in una di quelle macchinette dove, inserite monete o gettoni e girata la levetta, ne esce una palla di plastica con dentro qualche strana sorpresa, e ne esce una sfera. La apro, e dentro c'è un cuore di plastica, con su scritti i nostri due nomi, legati da una specie di ramo.
Ringrazio per questa sorpresa con un bacio.


Finito anche il frappé, abbiamo incontrato un gruppo di miei amici, e ci siamo fermati a parlare con loro. E mentre parlavamo lo tenevo vicino a me, ma non aveva alcuna intenzione di spostarsi.
Tornati a casa, mi ha aspettato in sala, mentre finivo di prepararmi per poter uscire. Ammetto di averci messo più tempo del dovuto, anche per vedere quanto volesse aspettarmi. Pensavo di ottenerne almeno una sbuffata per il mio ritardo, mentre l'unica reazione al mio ritorno è stata
"Togli il fiato."
Sono ora a letto, abbracciata a lui che resterà solo finché non mi sarò addormentata. Ripenso alla giornata, a tutto quello che è successo e a quanto ci avrà messo ad organizzare tutto, solo perché mi ama.
Ho scoperto cose interessanti su oggi. Per esempio, che stamattina mi aveva preparato ben 5 cappuccini diversi, per far sempre in modo che al mio risveglio fosse caldo. Non riscaldato al microonde, caldo. Ho scoperto anche che aveva parlato con la signora della gelateria per sistemare la sfera di plastica con il cuore che aveva fatto lui proprio in modo che uscisse a me e a nessun altro. Ho scoperto che lavorava al set per la colazione da un mese e che di vassoi ne aveva fatti tre tipi diversi, non sapendo scegliere il migliore per me.
Nel pomeriggio invece gli ho chiesto come mai ha tenuto su tutto il pomeriggio un solo guanto, ma non ha voluto spiegarmelo. Lo ho capito ripensando al cesto di dolci, in cui c'era della liquirizia. Ne è allergico, ma per regalarla a me deve averla toccata, e ciò deve avergli scatenato la reazione allergica. Ma non me lo vuole far pesare.
Ripenso alla cena perfetta, con torta al cioccolato crudo preparata direttamente da lui. Ripenso a quando sono rientrata in camera, e ho trovato sulla scrivania un piccolo scrigno. La chiave che l'apriva era quella della mattina. Aveva programmato l'intera giornata, addirittura aveva chiesto una mano ai miei genitori per la realizzazione.
Nello scrigno, un completo intimo davvero bello, di cui non voglio parlare troppo, perché ho intenzione di metterlo spesso.
Siamo ancora abbracciati, e ripenso ancora una volta al bigliettino di stamattina, che è ancora vicino al letto. Senza togliermi dal suo abbraccio, lo prendo e lo apro. Lui mi guarda ancora, anche se ha gli occhi socchiusi.
E sul bigliettino, una sola frase:


"Guarda che ti sei persa. Auguri."

Con dedica speciale.

sabato 7 giugno 2008

Fine della scuola

Fine dell'anno scolastico. Fine della scuola. Fine.
Fine di un ciclo di studi durato 13 anni, regolari.

Ciclo di studi.. che parolona...
Vabbé, volevo fare un post tipico mio, con tante frasi belle, parole ricercate e... E stavo cercando cosa dire dopo quell'e per riprendere il concetto con altre parole, ma non voglio farlo in questo post.
Ora voglio solo lasciare libero svago alle parole. Fiume di parole che sta per prendere il largo ora...
Insomma... Spazio per le tante parole che mi vengono in mente ora. Tanti pensieri diversi, che non c'entrano nulla l'uno con l'altro, ma che sento di dover scrivere per ricordarmeli magari in futuro o anche solo per poter aver il modo di dire tutto quello che ORA sto pensando.

Davvero, ho tanti pensieri per la testa, tante idee, tante cazzate e tanto spazio ancora da riempire
Penso a cosa farò da settembre, penso a questo esame di maturità da cui devo uscire con 100, penso a questa estate, penso a quella ragazza, penso all'esame di karate, penso a quell'amicizia persa che non mi va giù, penso a quella pancetta che non voleva ma ora se ne è andata, penso a quell'angelo che mi sopporta tanto, penso a quel sogno di indipendenza che tanto non si avvererà ancora per un anno almeno, penso a quel biglietto del malpensa fiere appeso vicino alla scrivania per ricordarmi di quella maschera, penso a quel peluche rosso con due braccia sopra il mio armadio, penso a questa pioggia che è snervante, penso a quel viaggio a roma che farò a fine mese che sarà un massacro, penso a quel viaggio che volevo fare coi miei amici in camper, penso a quel ristorante che da tanti problemi e che finirà male, penso a quel messaggio arrivato così tardi, penso a quell'onestà per una persona che non meritava, penso a questa scuola che è finita, penso a quel momento in cui lei era tutto, penso a quella lei che ha fatto la cazzata più grossa della vita, penso a quella follia che mi permetterebbe ancora di guardarle negli occhi e non sputarle, penso a quei mesi passati sui libri come se contassero davvero, penso a quella cyclette che ormai mi ha sagomato il culo, penso a quel compagno che parlava sempre del mio culo, penso a quei compagni tanto diversi e ognuno speciale, penso a quel compagno cui vorrei rompere la mandibola, penso a quel silenzio che mi ha fatto capire tanto di quella persona, penso a quella persona che mi ha capito in tutto sempre, penso a quella conversazione in cui mi ha messo davanti ad uno specchio nudo, penso a questo commento che potrei continuare all'infinito...

Ma non mi va, voglio che qualcuno possa capire almeno uno dei miei pensieri. voglio che ci sia almeno una persona che mi venga a chiedere perche pensi ancora a... a quante cose che penso ancora. Mi dicono che dovrei cambiare questo aspetto, che non dovrei più essere vendicativo, che non dovrei più tornare indietro, che le mie occasioni sono avanti.
E io avanti ci vado spesso, sempre oserei dire, ma mi capita di ripensare indietro
E allora ripenso a quest'estate:
ho conosciuto davvero tanta bella gente, con qualcuno (una o due persone) mi sento ancora, e se lo faccio un motivo ci sarà. Sono cambiato davvero parecchio, sono più sicuro di me (più di giugno scorso sicuro, anche se ora meno che a settembre), sono più io, sono più tranquillo, affronto la vita sapendo che tanto domani è un altro giorno e domani si vedrà. So che domani quando si vedrà starò male per aver visto, ma tanto sarei stato male lo stesso.
Che senso ha cercare di evitare di stare male, e poi stare male per altro?
Almeno ho avuto un momento positivo.
E ora ripenso ai primi mesi dell'anno scolastico, ai primi 7 in particolare.
Il periodo che va da settembre a metà aprile. Si, il suo periodo.
Vivevo per una persona. Sognavo una persona. Pensavo ad una persona. Quella persona non ero mai io. Qualsiasi cosa facessi, era per una persona. E' stato un bel periodo, non lamento niente. Ero felice, stavo bene, sentivo di amare una persona. Sapevo che non era così dall'altra parte, anche se veniva detto ma mai dimostrato. Ma andava bene cosi. Io sono la persona che vuole e deve dare tanto affetto. Riceverne mi fa piacere, ma vivo anche senza. Poi ho capito che, forse, questa persona mi aveva solo preso in giro. Per tanto tempo, a dirla tutta. Non è stato bello, non è stato facile abituarsi, dopo che ti sei abituato a vivere per una persona, a vivere per te stesso. Ma ce l'ho fatta. Mi sono ripreso, grazie ad uno stage, grazie a delle persone accanto. Grazie a molti insegnamenti su come essere una maschera.
E ora ripenso a quell'amica perduta.
Perduta davvero tante volte, ripresa davvero tante volte. E anche questa volta, dopo aver giurato a me stesso che basta, per lei era finita, le ho voluto dare un'altra occasione. Povera, sta male in questo momento, ha tutto il mondo contro. Famiglia, classe, amici... Diamole un'altra occasione. Sprecata. Posso capire sbagliare, ma davanti alle prove che tu mi hai chiesto, chiudere gli occhi? No.
E ora penso a questa estate, che non so cosa mi porterà.
So che andrò via, so che partirò, so che andrò lontano da qua e me ne starò via almeno 2 mesi. So che probabilmente non tornerò qui. Mai più. Ma questo non mi interessa. Ora voglio pensare ad oggi, a domani. Non a settembre. Neanche il 31 agosto vorrò davvero pensare a settembre. Sarà un boh, mah, forse. Penserò al mio compleanno, non certo ad altro.
Ma tanto anche l'estate deve attendere. Ho un esame davanti.
Quest'esame, che so che non mi spaventa abbastanza. Per cui studio, ma vorrei averne il terrore per trovare altra voglia per studiare. Ora è finita.
E penso che intorno a quel periodo in cui farò l'orale, sarò a Roma, a fare un esame di dan. A zonzo per la mia città amata con Erika e Ilenia... Che culo! Spero solo di migliorare i rapporti prima di quella data, o sarà davvero un devasto.
Penso a quell'angelo, quella figura angelica a cui penso spesso, ultimamente, che non sa neanche che sto parlando di lei. Penso che forse ti penso troppo spesso, e da qualche parte ho letto che nuoci gravemente alla salute. :)
Penso a quella persona, l'unica ad aver sempre capito tutto di me. Penso a quella discussione, in cui hai preso ogni singolo punto del mio carattere, ogni minuscolo accenno a qualche mio difetto e me lo hai spiattellato in faccia. Penso a quel momento, in cui mi sentivo davvero nudo davanti al tuo sguardo so-cosa-sei. Penso a quei secondi, in cui ti ho sentito dire cosa è andrea.
Penso a quanto avevi ragione.
E vado avanti, a pensare che voglio andare via da qua, almeno una settimana. Voglio una vacanza, e mi voglio portare dietro chi so io. Niente vestiti, la borsa la uso per persone. Non mi interessa, mi vesto di ortiche, ma vi voglio con me. Due persone in particolare. Voglio davvero partire, una settimana sola, in camper magari. Tornare, forse.
E poi, finito tutto, ripartire. Meta? Nessuna. Scopo? Indipendenza. Il resto non conta davvero...

E ora penso che, infondo, va bene cosi.
Sto qua
Sono felice
Sto bene
Sono davvero felice
Sto a posto con me stesso
Sono realmente felice
Sto come voglio davvero
Sono io.

Io, io, sono dannatamente io.
E pare che piaccia così...