Citazione...

E così accade che legga mille e mille libri,
sulla stupida arte di essere felici...

mercoledì 25 marzo 2009

"Libertà!"

Petto in fuori, senza inutili difese; sguardo dritto innanzi a sé, pronto a sfidare ogni altro sguardo; braccia dietro la schiena, con i polsi legati.
Trattenuta, ma non sorretta, non ne ha bisogno, da due guardie, viene portata fuori dalla cella maleodorante dove ha passato le ultime due giornate. Aspettando la fine.
L'accusa, stregoneria.

Non è un'esecuzione come le altre. Il popolo non urla frasi ingiuriose contro la donna, non lancia pietre, non incita le guardie. Qui, stanno tutti zitti, seguendo un estremo, rispettoso silenzio.

Il passo della donna è fermo e sicuro, mentre si avvicina l'ora di pagare l'estremo debito, che ogni uomo ha.

Mormora qualcosa, da quando era ancora in cella. Le guardie stesse, a pochi centimetri da lei, non riescono a distinguere le parole che compongono i versi, ma sentono le leggere, monotono eppure cariche note di una litania. Il pubblico riesce anch'esso ad udire queste note, ma le parole risultano incomprensibili.

Ultimi passi, poi l'esecuzione.
Il "processo" dei cristiani, un sistema per tentare di coprire di legalità un omicidio premeditato.
Sull'orlo di un burrone alto oltre 30 metri, la donna sarebbe stata spinta per cadere. Se si fosse rivelata una strega, il Diavolo le avrebbe sicuramente reso salva la vita, donandole il potere del volo. A questo punto, la donna si sarebbe dovuta consegnare spontaneamente alle guardie, per essere arsa sul rogo.
Se non fosse stata una strega, sarebbe dovuta cadere nel vuoto, per morire, e essere accolta tra le braccia del Signore. Almeno questa era l'idea.

Stranamente, in quarant'anni dall'inizio di questo tipo di processo, mai nessuna si era rivelata essere una strega, volando via.

I piedi saldi sul bordo del precipizio, nessuna emozione in volto.
Anche con gli unici stracci che le hanno lasciato come vestiti, è grande la dignità che dimostra. Fiera, forte, irreprensibile. Ma soprattutto, fiera.
Una delle guardie si allontana, per leggerle la spiegazione del processo. Si mette a poca distanza dal prete, come ogni esecuzione presente.

Finita la lettura del manuale di ipocrisia, la guardia ancora vicina a lei fa per spingerla giù, ma sembra quasi immobilizzato.
La donna termina la litania. Guarda dritto negli occhi il suo esecutore. Poi guarda dritta dinnanzi a sé, verso la folla. Lo sguardo non indica nessuno, ma ognuno si sente quasi inquisito da esso.

Con tutta la forza che trova, con tutta l'aria dei polmoni, un urlo forte, sostenuto esce dalle labbra. Parole dure, parole blasfeme.



Stupido dalla forza dell'urlo, l'uomo la spinge oltre il precipizio. Mentre il prete lancia anatemi "cristiani" contro la donna, questa cade, giù. Verso il vuoto.

Dal precipizio, un altro urlo.