Citazione...

E così accade che legga mille e mille libri,
sulla stupida arte di essere felici...

domenica 31 ottobre 2010

Addio Jacopo

Andre,

ti voglio bene.

Ho fatto una stronzata, forse non dovevamo andare domenica. Però devi ammetterlo, l'idea è stata perfetta, l'esecuzione pure.

Alquanto monotono però lo svegliarmi in un ospedale ormai, non trovi? Che palle, direi pure.


E quindi ancora una volta sono in un letto d'ospedale, tu sei qua con me. Erika è là fuori che sta dormendo. Ha fatto tutta la notte a piangere, povera. Ti prego, bada tu a lei.
Hai visto quanto è dolce e tenera?
Se solo io non fossi io, me ne sarei anche innamorato, non trovi?


Ho mal di testa, ho preso una gran brutta botta. Non so cosa dicano i dottori, ma non credo proprio che domattina mi alzerò.
Ma non ho paura, non ho la paura che dovrei avere normalmente sapendo di dover abbandonare questa terra.

Ho 23 anni, tra meno di due mesi ne avrei dovuti fare 24, e probabilmente non ci arriverò. Ma non ho paura.

Non voglio morire, non fraintendermi, e gioirei sapendo di avere un'altra occasione, un'altra giornata. Ma ho fatto le mie scelte, e l'insieme degli eventi mi ha portato adesso qua.

Se potessi tornare indietro non credo che cambierei qualcosa. Sono contento e orgoglioso di ogni scelta che ho fatto e mi sono sempre assunto le mie responsabilità in ogni scelta.

Dal vivere da solo, all'accettare se arrivava mio figlio, allo stare qua, ora.


Però ti posso dire una cosa, anche se ho 23 anni, posso dire di aver vissuto molto più di miliardi di altre persone diverse da noi. Noi viviamo ogni giorno, e ti dirò di più..


Io sto morendo, perché io ho vissuto.


Probabilmente là fuori 6 miliardi di persone moriranno perché sono sopravvissute per tutta la loro vita, ma non ci sono molte persone che come NOI vivono davvero, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ogni istante, vivi. Ogni cosa che volevamo fare, ce la siam fatta. Ci siamo tolti sfizi e divertimenti che altri neanche possono immaginare, ci siam goduti piaceri che molti non sanno neanche esistere, abbiamo fatto cazzate che troppi non conoscono minimamente, e siamo usciti da casini più grandi di noi che nessuno potrebbe mai raggiungere.


Da questo probabilmente non ne usciremo entrambi vivi, ma entrambi a testa alta, fieri, e in piedi. Se così mi concedi di dire.


Sai, ti concedo l'ultima confessione, secondo me è importante...


Confesso che sto morendo, ma confesso che ho vissuto.


Quanti potranno dire lo stesso?


[...]

sabato 2 ottobre 2010

Svegliati...

Il profilo delle gambe e delle braccia, stese in maniera quasi innaturale, la figura del corpo in rilievo sul materasso, i lineamenti del lieve accenno di seno.



Tutto ciò coperto dalle lenzuola azzurre leggere, con le bande laterali riportanti l'intitolazione dell "Ospedale San Damiano di Apiole".



Sono le 23 e 37 minuti del 18 aprile. Sono passati 28 giorni, 13 ore e 24 minuti dall'ultima volta che un movimento del suo corpo ha dimostrato la presenza della vita all'interno.



Ma ora un dito, l'indice della mano sinistra, ha una lieve contrazione. Forse uno spasmo, forse un movimento volontario. In ogni caso, un evento eccezionale per la situazione, ed in quanto tale sufficiente per attirare l'attenzione del ragazzo, ancora lì ad aspettarla.





Con un urlo rapido, cerca di richiamare l'attenzione di un'infermiera che passava proprio in quel momento davanti alla porta della sala d'ospedale.



Un'altra contrazione, dell'altra mano. Leggermente, le dita vanno chiudendosi verso il palmo roseo e magro, quasi a stringere per farsi forza.

Bacio

Un bacio a te, che ORA stai leggendo.
A te, Vanessa.