Vi è mai capitato di andare a dormire senza rendervene conto... Di non accorgervi che state effettivamente per andare a riposare... Un gesto abbastanza naturale, che nella sua incoscienza vi permetterà di non accorgervi della sottile differenza che potreste trovare tra sogno, realtà, e perche no, ricordo?
Vi è mai successo?
Vi è mai capitato di svegliarvi poi la mattina seguente, consci che quello che è appena terminato non è realtà... Non sapreste dire bene cosa fosse, se solo un mero frutto della tua fantasia o uno strano gioco della tua mente, che riporta al pensiero frammenti di esistenze passate... E di sentire ancora i resti del sogno, cercando ancora le cicatrici che temete di poter trovare lì, dove solo un minuto fa, ne sei convinto, c'era la punta di una lama che usciva, entrando dall'altra parte del corpo?
Vi è mai successo?
A me è successo. Stanotte.
Ieri notte sono andato a dormire (per meglio dire sarebbe stato stamattina, vista l'ora), senza tanto rendermene conto. E' un gesto naturale. Mi sono cambiato, ho tolto i vestiti bagnati dalla pioggia incessante, ma rinfrescante, ho indossato i larghi pantaloni del pigiama, tolto le lenti a contatto, e mi sono infilato sotto le coperte.
Tutto normale.
Tutto come tante altre volte. Una sequenza automatica di gesti meccanici, ugualmente ripetuta infinite volte.
Con questa normalità, niente mi fece rendere conto del fatto che stavo effettivamente abbandonando il regno del reale, per entrare nel regno della mia mente.......
E' notte. Non c'è luce.
Non ce ne sarebbe in ogni caso, sei in una stanza chiusa e senza finestre.
Ma lo sai, che è notte.
E' notte perché è tardi, o è notte perche per te sarà notte a breve. Questa lieve differenza non la percepisci.
Qualcosa però non va. Senti che c'è qualcosa di magico in questo posto. E allo stesso tempo arcano, segreto.
Nell'aria c'è un'aria fetida. L'atmosfera è pesante.
Di più non riesci a capire della situazione.
E la tua posizione scomoda nemmeno te lo permette, di capire di più.
Seduto. Gambe distese. Braccia dietro la schiena. Si, è una posizione innaturale per te. E innaturale per chiunque.
Questo pensiero ti fa sorridere.
Provi a spostarti da questa posizione. Infondo sei a dorso nudo, e la schiena sudata contro la parete di pietra ti da fast...
Parete di pietra?
Si, tutta la stanza ha dei muri di pietra. Ed il caro vecchio cemento?
Controlli la stanza. Mura di pietra, grosse pietre scure ritagliate e poste l'una sopra l'altra. Ad un lato c'è un qualcosa che esce dal muro. Sembrerebbe un appendiabiti, pensi. Ma cosa ci farebbe un appendiabiti attaccato ad un muro di pietra?
Ecco, è il secondo sorriso in pochi minuti. Ed il secondo che ti fa male al volto. Il sudore ti da fastidio, e lo senti.
Accanto all'appendiabiti, c'è una porta.
Oh, finalmente una porta.
Improvvisamente il pensiero della tua posizione scomoda ti torna alla mente.
"Alzati, Arend"
Perche Arend? Chi è Arend?
Ora non ti interessa. Ora devi alzarti.
Qualcosa ti tiene. E' qualcosa di scomodo, di rotondo. Di metallo.
...catene?
Sei incatenato al muro?
Ma dove sei? Come mai sei qua? Cosa sta succedendo?
"C'è nessuno???"
Si, può sembrare scemo, ma non sai cosa fare.
E allora aspetti.
E ti guardi in giro...
No, non c'è nulla da vedere.
Come sei arrivato qua? Devi capirlo. Devi cercare di ricordarlo. Cos'è l'ultima cosa che ricordi?
Niente.
Passi.
Stai sentendo dei passi.
Ma sono passi reali, o sono solo dei ricordi che stanno riaffiorando?
Tendi l'orecchio. Hai bisogno della speranza di poter sentire altri passi.
...
...
..
Niente. Erano solo battiti del tuo cuore, amplificati e portati all'orecchio dal desiderio enorme di sentire la presenza di qualcuno.
Pum.
Pum.
PUM.
Altri passi. Questi sono veri, sei sicuro.
"Aiuto!! C'è nessuno?"
Altri passi. Passi che si dirigono verso di te. Sta arrivando qualcuno!
I passi aumentano la loro velocità. Un colpo sordo. Un urlo flebile, quasi femminile. Un altro colpo sordo, come di qualcosa di pesante e grosso che cade.
Rumore metallico.
Cosa sta succedendo?
Qualcuno bussa ad una porta vicina.
Nessuna risposta.
"AIUTO! SONO QUA"
"He's there! He's there! That one door!"
Inglesi? Che?
Dietro le grate della porta appare una sagoma.
Grate della porta?
Questo luogo assomiglia sempre di più una prigione.
Rumore di chiavi, ancora. Stanno inserendole nella toppa.
Se questa è una prigione, questi saranno i tuoi salvatori.
La porta si apre. E' un pò restia, un pò ceduta sui cardini, ma si apre.
Entrano due grandi figure, entrambe armate di spade.
La spada della figura di destra è grande. Sguainata. Impone rispetto solo a guardarla, tozza, da veramente l'idea di essere forte.
Se questi due sono venuti a salvarti devi essere una persona importante. Devi avere degli amici importanti. O qualunque cosa sia, saranno due guardie del corpo mica male.
"No, not he! Isn't HE!"
"Goddammitt!!!"
...Cosa vuol dire che non sono io?
L'uomo dalla spada sguainata si avvicina a te. Avvicina le sue mani sporche al volto. Fa paura. E puzza. Puzza di sporco, puzza di sudore, puzza di fango, puzza di morte.
"Not him. Goddammit.."
"We can't leave him alive..."
Cosa? Cosa vuol dire non possiamo lasciarlo viv.....?
Capisci in ritardo cosa vuol dire.
L'ultimo ad aver parlato sguaina la spada.
Prende dalla mano dell'altra grande figura anche l'altra spada.
Un colpo sordo. Secco.
Due lame conficcate in gola mi strozzano, ma non mi vogliono subito morto.
L’urlo vuol esplodere dal petto: esce solo un soffio rantolante.
Il dolore che provo si incastra, come tronchi portati dal fiume e bloccati dai pilastri di un ponte.
"MI UCCIDI! MI STAI UCCIDENDO!"
Dicono i miei occhi spalancati che non riescono a capacitarsi.
Mi guardo attorno in un cocktail di stupore e spavento, ma la speranza è uscita di casa.
L’aria respirata affila le lame, la ferita si allarga nei miei sussulti, ma il lavoro è perfetto: non una goccia di sangue.
Il mondo è al di la della stanza, non si accorge di chi sta in silenzio.
Lacrime riempiono i miei occhi, straripando lungo le guance.
Finalmente arriva il primo singhiozzo a squarciare la carne.
....Un fastidioso ronzio trapassa le orecchie e disturba il vuoto sonno.
L'anima si sta riappropriando del corpo, lo capisco dalla sensazione di bruciato che mi gratta la gola.
Il panico mi percorre.
Solo con la mente, il corpo è immobile.
Una breve contrazione, poi il corpo ricade più pensante di prima.
Una tiepida luce filtra tra le ciglia, ma non percepisco che fumi danzanti.
C'è un'aria diversa. Sono in una posizione diversa. C'è un odore diversa. Ho delle percezioni diverse.
Ora sono sdraiato. L'aria è più leggera, anche se appesantita da una notte di respiri affannosi. Il muro accanto a me è tornato di cemento. Non c'è più puzza di ratto morto.
Ma il dolore alla gola è rimasto.
Vorrei alleviarlo con le mie mani, ma non posso.
No, anzi. ORA posso. E allora cerco di eliminare le due spade che mi rovinano il collo.
No, non c'è nulla.
E' tutto sparito.
Eppure erano qua, un minuto fa.
Tutto finito.
No, è cambiato tutto. Ho assaporato la morte. La MIA morte. Ho sentito cosa si prova. Ho sentito il sordo rumore di un urlo soffocato di chi non ha aria da far passare per la gola. Ho visto gli immobili movimenti di un gesto disperato di chi non ha spazio per muovere le proprie mani. Ho percepito gli occhi nonvedenti di uno sguardo veloce di chi non può vedere niente, offuscato dall'ombra.
E ora sono diverso.
La nuova aria che respiro è diversa. E' aria Buona.
La nuova luce che vedo è diversa. E' luce Bella.
La nuova acqua che bevo è diversa. E' acqua Pura.
E ora, il terzo sorriso mi pervade.
Devo forse ringraziare di aver sognato la mia morte?
giovedì 24 maggio 2007
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