Serranda abbassata, passano degli spiragli di luce attraverso i fori dell'incastro dei vari tasselli. E' solo luce lunare, ma nel buio estremo del resto della stanza si notano. Fanno luce sulla libreria accanto, su cui ci sono dei libr...
Non c'è nessuna libreria lì. Eppure c'è sempre stata... Ora la luce si posa dolcemente sul muro, prendendo una tonalità bluastra dal colore dell'intonaco. Ma la libreria c'era, ne sono sicuro. Due librerie e la televisione sul suo mobiletto, da quel lato della stanza.
Neanche l'altra libreria c'è. E la televisione deve essere sparita insieme al mobiletto. Finestra, muro e letto. Da questa parte della stanza nient'altro. Ma può essere che il sonno e il buio pesto mi oscurino la vista. Allungo la mia mano sinistra nel tentativo di prendere gli occhiali e accendere la luce. Ma il vuoto anche a sinistra. Degli occhiali non ne ho bisogno, vedo tutto, senza alcuna sfocatura. La luce mi farebbe comodo, però trovarla sembra impossibile. Deve essere sparita anch'essa con le due librerie, la televisione, il mobile della televisione. Se a prendere tutto è stato un ladro, vorrei solo poterlo incontrare, stringergli la mano per l'ottimo lavoro, e chiedergli cosa se ne fa di due librerie ricolme di libri inutili.
Di certo non gli chiederei le mie cose indietro. Se le è meritate, se è riuscito a rubare tutto quello mentre dormivo, senza svegliarmi. E magari anche da solo.
Non vedo altro nella stanza, il buio è troppo pesto, ma poco ci metterei a credere di non avere in stanza più neanche la scarpiera, l'armadio, la scrivania, il computer...
'Un egregio lavoro, signor ladro.'
Mi sfugge. Non è la prima volta che parlo da solo anche a seguito di ragionamenti miei tenuti sempre e solo nella mia testa.
'Quale ladro?'
No, queste due parole non sono sfuggite a me. Non hanno senso con alcuno dei ragionamenti che sto facendo, non sono parole mie.
La luce azzurrata proveniente dalla finestra diminuisce. Starà passando una nuvola. Niente male come scelta di tempo, il fatto che debba oscurare la luce lunare proprio quando maggiormente ne ho bisogno.
C'è qualcuno in camera mia, e io non posso vederlo. Sono nel letto, con la mia solita 'divisa da notte', la maglietta dell'animazione dell'anno scorso e i pantaloncini della scuola di Arsago.
Non sono spaventato, ma il fatto di risvegliarmi con qualcuno in stanza dopo che me la hanno ripulita lasciando solo il letto (e credo di dover anche ringraziare se mi hanno lasciato finestre e tapparelle), mi inquieta.
La mente inizia a fare ragionamenti rapidissimi. Probabilmente la maggioranza di questi è senza un minimo di logica, ma intanto la mente va. Va e viene. E questa velocità dei miei pensieri fa vacillare la mia stessa integrità mentale. Devo fermarmi.
'Chi sei?'
E' un buon inizio. Già il fatto di riuscire a mettere in fila in senso logico due parole mi da sicurezza. La voce che esce dalle mie labbra è la mia. Sicura e calma. Inespressiva. L'importante è non lasciar trasparire il fatto che ho uno stato d'animo alterato. Altro senso di sicurezza, ho appena fatto un pensiero, ed uno solo, logico. Nient'altri pensieri contemporanei. Incredibile come riesca a riprendere il controllo di me.
'Ti dimentichi dei vecchi amici a quanto pare... Sono Menadel, il tuo Angelo Custode.'
Voce piena, quasi come parlare con un trombone. Non ho un'idea dell'aspetto perche è nella parte della stanza completamente in ombra.
'Sono morto?'
Si, è una domanda stupida, lo ho pensato anche io, ma solo dopo aver pronunciato quelle parole. Per quale altro motivo mi sarei potuto ritrovare a parlare con il mio Angelo Custode in un luogo con le stesse fattezze della mia stanza ma completamente privo di oggetti, apparte un letto e una finestra?
'No, non sei morto. Sono qui per darti un messaggio.'
Mai riuscirò a convincermi di non aver sospirato con gratitudine quando ha pronunciato quelle prime parole, come mai riuscirò a non pensare che, con il messaggio che mi avrebbe portato di lì a breve, avrei preferito non sentire le prime parole.
'Non riesco a vederti, c'è troppa ombra. Dove sei?'
'Non ha importanza che ora tu mi veda, ma se l'ombra ti spaventa, ti accontenterò.'
Sto per ribattere con rabbia che l'ombra non mi spaventa, quando il comparire di un'altra luce mi ferma. Non proviene dalla finestra, non è quella l'origine. Viene dal muro opposto a quello prima illuminato, e sembra quasi che la luce si stia autogenerando. Sta nascendo una luce dal niente. E' una luce blu anche questa, ma di una tonalità ben distinta da quella tendente al verde del muro.
Piano piano la macchia di luce si allarga, ora ha le dimensioni di una palla da rugby, e le stesse forme. Ora è grossa quasi quanto il busto di una persona.
E si ferma. Non cresce più. E' delle dimensioni... Come un cuscino, in verticale. Non mi viene in mente null'altro per classificarne le immagini, e l'assenza di qualsiasi oggetto in questa stanza mi rende ancora confuso. Ma ho bisogno di classificare, come al solito, ogni cosa a cui assisto, e per questo classifico la dimensione della luce come quella del cuscino.
'Preferisci così?'
Le sue parole mi risvegliano. La voce è dolce, dannatamente dolce. La voce è forte, dannatamente forte. Non forte nel senso di alta di volume, ma forte nel senso di piena. Se un trombone avesse la capacità di parlare, immagino che quella sarebbe la sua voce.
'Si... Che messaggio mi devi portare?'
Si, così è meglio nella stanza. Vedo tutti i muri e la totale assenza di oggetti all'interno. Quadri, mobili, scarpe e vestiti a terra, cuscini in fondo al letto. La stanza è completamente vuota.
Oltre a mancare gli oggetti, però, manca anche la sorgente di questa voce.
'No, dove sei? Non ti vedo! Fatti vedere!'
'Non è importante che tu mi veda. Ascolta quello che ho da dirti, perche non avrai una seconda volta e il contenuto è solo per te.'
Si, ti sto ascoltando.
No, questo non riesco a dirlo. L'interesse per il discorso è troppo alto rispetto alla voglia di parlare.
'Non ho molto tempo. Ascoltami. Sei pronto?'
La domanda mi spaventa. Pronto? Pronto per cosa? Perche hai poco tempo? No, se hai poco tempo, forse i perche resteranno irrisolti. Preferisco ascoltare il tuo messaggio, se per te è cosi importante.
'Vai. Pronto.'
'Innanzitutto, sono venuto quì adesso perchè tu mi stai portanto qui. Il normale compito di un Angelo Custode è solo quello di sorvegliare il proprio assistitio standone distaccati, ma ho notato che in questo periodo molte cose ti stanno accadendo, e che non riesci ad adattarti a tutto.
Con i miei colleghi ho parlato della tua situazione. Tu ti sei sempre sacrificato per aiutare gli altri, ci hai spesso anche tolto parecchio lavoro, addossandotelo senza chiedere nulla in cambio e senza essere costretto a farlo. Ora è nostro tempo per sdebitarci.
Tuttavia non abbiamo le mani libere come vorremmo, e per aiutarti dovrai stare al nostro gioco. Dovrai superare le Sette prove. Avrai il tempo che vuoi, anche più di una vita potrebbe essere per te necessaria, ma dovrai ultimarle e superarle tutte.
Spero per te che tu abbia una buona memoria, perche dovrai ricordartele tutte.
La tua prima prova sarà facile per te. Attorno al tuo mondo, nelle sfere che consideri più vicine alla tua figura stessa, dovrai scoprire il cieco che contiene in sé uno di noi. Stai attendo, perché una volta scoperto non dovrai mostrare a lui di saperlo. Solo la persona potrà sapere di avere in sè la nostra mano, ma se la presenza in lui saprà di essere da te stato scoperto, per te solo guai e nefandezze il destino porterà.
Guai e nefandezze saranno il tuo problema se di questo hai paura. E sulla paura sarà incentrata la tua prossima sfida. Trova ciò che ti da sommo orrore, e affrontalo. Solo se ne uscirai vincitore potrai ritenerti in grado di affrontare la terza prova.
Sai quanto per te siano intoccabili i tuoi valori, i tuoi ideali. Sono questi che ora stanno diventando più docili, si stanno adattando al resto del mondo. E proprio da questo mondo verranno distrutti. A te starà il diritto di decidere quali dei valori che ti han condotto fino a qui oggi, quali degli ideali che hai sempre fieramente difeso dovrai abbandonare, lasciar distruggere, e quali invece riportare in auge e far tornare a splendere.
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giovedì 10 aprile 2008
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1 commento:
Tre metamorfosi dello spirito io vi indico: come lo spirito diventò cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.
Vi sono molte cose gravose per lo spirito, lo spirito forte, paziente predisposto all’ossequio: la sua forza tende verso le cose difficili e gravose.
Che cos’è il gravoso? così chiede lo spirito paziente, e si piega sulle ginocchia come il cammello, e vuole essere ben caricato.
Qual’è la cosa più gravosa, eroi? così chiede lo spirito paziente, affinchè io la prenda su di me e mi compiaccia della mia forza.
Non è forse questo: umiliarsi, per ferire la propria superbia? Far brillare la prorpia follia per ridere della propria saggezza?
Oppure è questo: abbandonare la nostra causa, quando essa celebra la sua vittoria? Salire su alti monti per porre in tentazione il tentatore?
Oppure è questo: scendere nell’acqua fangosa, se è l’acqua della verità, e non respingere le rane fredde e i rospi ardenti?
Oppure è questo: amare coloro che ci disprezzano, e tendere la mano allo spettro, quando questi vuole spaventarci?
Tutto questo, le cose più gravose, prende su di sè lo spirito paziente: al pari del cammello che, carico, percorre in fretta il deserto, altrettanto in fretta lo spirito percorre il suo deserto.
Ma nel deserto più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuole affermare la sua libertà ed essere signore del proprio deserto.
Qui egli si cerca il suo ultimo signore: a lui vuole diventare nemico e al suo ultimo dio, col grande drago vuole combattere per la vittoria.
Chi è il grande drago che lo spirito non vuole più chiamare signore e dio? “Tu devi” si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice “io voglio”.
“Tu devi” gli impedisce il cammino, una bestia ricoperta di squame, sfavillante d’oro, e su ogni squama risplende scritto in oro “Tu devi!”Vaolri millenari risplendono su queste squame e così parla il più potente dei draghi: «tutti i vaolri delle cose - splendono su di me.»
«Tutti i valori sono già stati creati, e io stesso sono - ogni valore creato. Davvero non può esserci alcun “Io voglio”!» Così parla il drago.
Fratelli miei, perchè per lo spirito è necessario il leone? Non basta forse la bestia da soma, che rinuncia ed è ossequioso?
Creare nuovi valori - non lo sa fare nemmeno il leone: ma crearsi la libertà per una nuova creazione: questo sa fare la potenza del leone.
Crearsi la libertà e un sacro no anche di fronte al dovere: per questo, fratelli miei, è necessario il leone.
Conquistarsi il diritto a nuovi valori - questa è la conquista più terribile, per uno spirito paziente e ossequioso. In verità, per lui è una rapina e una cosa da animale predatore.
Un tempo egli amava il “Tu devi” come la cosa più sacra: ora non può fare a meno di trovare illusione e arbitrio anche nelle cose più sacre, per portare via libertà al suo amore: per questa rapina è necessario il leone.
Ma dite, fratelli miei, che cosa sa fare il bambino, che nemmeno il leone poteva fare? Perchè il leone rapace deve ancora diventare bambino?
Il bambino è innocenza e oblio, un nuovo inizio, un gioco, una ruota che gira da sè, un primo movimento, un sacro dire-di-sì.
Sì, per il gioco del creatore, fratelli miei, c’è bisogno di un sacro dire-di-sì: ora lo spirito vuole il suo volere, colui che è perso al mondo conquista per sè il suo mondo.
Tre metamorfosi dello spirito vi ho indicato: come lo spirito divenne cammello, e il cammello leone, e infine il leone bambino.
Così parlò Zarathustra.
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